Il Marchio del Centro Culturale Laguna

per la valorizzazione delle Isole della Laguna di Venezia

Si tratta di una delle prime piante topografiche della Laguna. Vi si distinguono con chiarezza il perimetro della città, le isole maggiori sparse nella Laguna di Venezia, il litorale che separa quest’ultima dalla terraferma e dal mare e le bocche di porto. Sulla pianta è riportata la rosa di otto venti, ad indicare l’orientamento nautico. Nel disegno generale e nei singoli tratti è presente una stilizzazione grafica che sottolinea alcuni elementi di interesse, sottacendone altri.

Essa si trova illustrata alla pagina 30 del secondo volume dell’opera fondamentale del Bordone intitolata: Isolario … nel quale si ragiona di tutte l’isole del mondo, con li lor nomi antichi e moderni, historie, favole e modi del lor vivere, e in qual parte del mare stanno, e in qual parallelo e clima giacciono. Con la gionta del Monte del Oro nuovamente ritrovato.

La pianta topografica della Laguna di Venezia fa parte, quindi, di una più ampia trattazione, di carattere geografico, contenente 112 piante di città e di luoghi significativi di tutto il mondo, opera stampata a Venezia, in tre libri, nel 1528 per i torchi dell’editore Niccolò Zoppino. La pubblicazione ebbe notevole fortuna, tanto da essere riedita tre volte nel corso del Cinquecento (1534, 1570, 1597). Essa compendia in termini enciclopedici i risultati emersi dalla più recente cartografia frutto dei viaggi di Cristoforo Colombo, Ferdinando Magellano, Nicolò e Antonio Zeno e Ferdinando Pizzarro, con cenni alla cartografia del Perù, dell’India e del Giappone.

E’ quindi molto probabile che Benedetto Bordone, che in gioventù si era dedicato all’astrologia e quindi alla pittura e alla miniatura, avesse disegnato personalmente tutte le piante illustrate nella sua opera nel corso di lunghi anni di lavoro, pur traendole da fonti diverse. Verso il 1526, dopo aver richiesto alla Serenissima la consueta autorizzazione a pubblicare e commerciare la sua opera, affidò all’incisore Jacopo da Strasburgo la delineazione in tavole silografiche dei suoi disegni, accompagnandole con un commento.

La Laguna di Venezia, secondo la delineazione del Bordone, è un anello ellittico di isole litoranee, poste tra il mare e la Terraferma - con il castello di Mestre, la torre di Marghera, il convento di San Giuliano e le chiuse di Lizza Fusina - che racchiude al centro la Serenissima circondata da una ventina di altre isole minori.

La città, indicata con il suo nome latino: ‘VINEGIA’ iscritto in una tabella rettangolare, è descritta sinteticamente dalla forma del suo agglomerato urbano compatto, seppure attraversato dalla delineazione ricurva del Canal Grande e dal solo tracciato dei canali più frequentati. Alle due estremità longitudinali di essa le isole di Santa Marta, e di Sant’Elena con San Pietro di Castello si mostrano più distaccate dal nucleo urbano in rapporto alla successiva e attuale situazione urbanistica. Parimenti, a nord, non si avverte nella stampa del Bordone la cesura dell’allineamento urbano costituita dalla sacca della Misericordia e dalle insenature dei Santi Apostoli e di San Canciano precedenti l’edificazione delle Fondamente Nuove.

Nel settore nord della Laguna sono descritte topograficamente e nominate le isole di: San Secondo, San Michele, San Cristoforo, Murano, San Giacomo in paludo, SanNicolò, Torcello, Mazzorbo, Buran, il Lazzaretto nuovo, San Francesco del deserto, la Certosa.

In quello sud: San Giorgio in Alga, la Giudecca, Sant’Angelo della Concordia, San Giorgio Maggiore, Santa Maria delle Grazie, San Clemente, Santo Spirito, il Lazzaretto vecchio, San Servolo, San Lazzaro. La città di Chioggia, allineata a sud all’anello delle isole litoranee, è delineata dal Bordone come una cittadella fortificata.

L’anello delle isole litoranee è disegnato dal cartografo con grande attenzione alle sue particolarità geografiche, ai nuclei abitati e agli insediamenti difensivi. Il settore a nord-est, denominato Lido maggiore, presenta una doppia apertura verso il mare corrispondente al centro di Treporti; segue quindi quella di Sant’Erasmo e, ancora, quella denominata ‘duo castelli’ per la presenza di due torri che si fronteggiano all’apertura del porto situato nei pressi del monastero di San Nicolò. Nella descrizione di Benedetto Bordone il litorale del Lido prosegue poi, quasi disabitato, sino all’antico centro di Malamocco, oltre al quale è descritta l’omonima bocca di porto. L’analisi del cartografo padovano non trascura, nell’angolo inferiore destro della pianta, la presenza di due possenti palificate che, partendo dal Lido, si protendono verso il mare aperto. La descrizione delle due strutture artificiali è così precisa che ci consente di leggere due grandi dighe foranee (con relative scogliere) erette, prima dei Murazzi, a contrastare l’erosione del mare in quel tratto dell’isola litoranea.

L’attenzione del Bordone nel descrivere il nucleo insulare dell’Estuario nord della Laguna di Venezia presenta, analogamente, un ottimo schema sintetico dei dati storici e geografici del suo tempo. Vi si osservano le isole principali, connotate dalla loro denominazione, accompagnate dai profili dei rispettivi insediamenti religiosi.

Ettore Merkel